"Voglio volere... io voglio un mondo
all'altezza dei sogni che ho..."
"Ed è proprio quello che non si potrebbe che vorrei ,
ed sempre quello che non si farebbe che farei,
come quello che non si direbbe che direi,
quando dico che non è così il mondo che vorrei".

sabato 12 settembre 2009

Riflessioni Post-vacanze

Comunicare è certo il modo migliore per creare un mondo migliore, il mondo che tutti vorremmo. Esistono tanti modi per comunicare, ma il più importante, il più potente è sicuramente l'amore. L'amore cambia il mondo, silenziosamente.
L'amore comunica l'incomunicabile e non ha bisogno di troppe parole.
Ognuno di noi è un essere unico e irripetibile che ha il potere di regalare agli altri un po' d'amore, perchè anche l'altro si senta speciale, importante.
In quest'ottica, a poco a poco, si creano le condizioni per un'esistenza meravigliosa, che non vuol dire facile, che non elimina le difficoltà, significa solo "la fine dell'isolamento, della solitudine".
Sembra un discorso banale il mio, ma credetemi, è il concetto più semplice eppure più complicato del mondo, forse proprio per la sua estrema semplicità.
Quest'estate è stata per me ricca di novità, belle e brutte, eccitanti e spaventose.
I miei amici mi sono rimasti accanto, ognuno a suo modo, ognuno con le sue potenzialità e i suoi difetti, ognuno con la sua storia e le sue contraddizioni, e, credetemi, la condivisione sincera con l'altro, il confronto amorevole con l'altro, elimina la paura del giudizio, elimina le differenze e ridà luce alla vita. Ognuno ne esce rinnovato, chi dà e chi riceve, non si sente più solo e, anche se si guarda intorno e vede con gli occhi un mondo tutto sbagliato, col cuore vede il mondo più bello che ci sia......


"Nessuno di noi è così povero da non aver nulla da dare"
Ricordiamocelo tutti: Siamo responsabili del mondo che abbiamo, ma basta davvero poco per cambiarlo.... davvero poco.

Un cordiale in bocca al lupo a tutti per quest'anno accademico che sta iniziando!!!

Eleonora

domenica 26 luglio 2009

FACENDO IL PUNTO...


Ed eccoci alla fine del nostro percorso per l'esame (che non deve per forza significare la fine del blog e della nostra collaborazione!). Ho iniziato il mio lavoro riproponendomi di trattare tematiche di attualità attraverso la metafora del "Mondo che vorrei...", un modo per prendere in considerazione problematiche della nostra società cercandone le possibili soluzioni, e soprattutto per esprimere le nostre idee e i nostri desideri per un futuro e un mondo migliore. Stradafacendo, il mio lavoro ha incontrato qualche consenso e qualche critica,...in generale non posso dire di avere riscontrato la pertecipazione che mi aspettavo, ma essendo una persona abbastanza autocritica, mi sono detta che probabilmente c'è stato qualche errore da parte mia nell'esposizione di quello che volevo esprimere, e sono andata avanti convinta delle mie idee e consapevole che dagli errori c'è sempre da imparare (infondo era la mia prima esperienza di questo genere!).
Ho cominciato con i temi che mi sembravano più importanti e, andando avanti, in seguito alla collaborazione per i blog di Vis Musicae e Lingua dei segni, ho cercato di integrare nel mio gli argomenti centrali di questa esperienza che procedeva parallelamente: la musica, la poesia, la comunicazione in generale e, in particolare, la comunicazione attraverso il linguaggio dei segni.
Sono arrivata ad una conclusione (a una "morale della favola"): da qualsiasi punto si parta, e qualunque problema si cerchi di risolvere, il filo conduttore della nostra vita è sempre la comunicazione...e la comunicazione è dunque diventata anche il filo conduttore del mio lavoro, perchè mi sono convinta che "Il mondo che vorrei..." non ha alcuna possibilità di realizzarsi, se prima di tutto non si comunica...
Non mi dilungo più di quanto abbia già fatto, perchè fa molto caldo e l'ossigeno fa fatica ad arrivare al cervello sia di chi scrive che di chi legge!!!!! Concludo dicendo solo che sono soddisfatta, tutto sommato, del lavoro svolto e che mi piacerebbe continuare a "comunicare" in questo modo, quindi prendete questa conclusione più che altro come un ARRIVEDERCI, perchè non è detto che non ci rivedremo "PROSSIMAMENTE SU QUESTE RETI"...io magari continuerò a scrivere quello che mi passa per la testa...e se a qualcuno fa piacere può passare a trovarmi ( dopo una meritata pausa naturalnmente).
Vi lascio augurandovi sinceramente delle BUONE VACANZE!!!

SUSY


PS ringrazio Germana, Andrea, Pina e Simona che hanno collaborato, ma anche quelli che mi hanno sostenuto e quelli che hanno accettato il mio invito a diventare coautori (diciamo che il loro aiuto è stato "psicologico", più che pratico!)

sabato 25 luglio 2009

IL MONDO CHE VORREI-Laura Pausini

Quante volte ci ho pensato su,
Il mio mondo sta cadendo giù
Dentro un mare pieno di follie,
Ipocrisie.


Quante volte avrei voluto anch'io
Aiutare questo mondo mio,
Per tutti quelli che stanno soffrendo
Come te

Il mondo che vorrei
Avrebbe mille cuori,
Per battere di più avrebbe mille amori.
Il mondo che vorrei
Avrebbe mille mani
E mille braccia per i bimbi del domani,
Che coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.

Per chi crede nello stesso sole
Non c'è razza non c'è mai colore
Perché il cuore di chi ha un altro Dio
È uguale al mio.

Per chi spera ancora in un sorriso,
Perché il suo domani l'ha deciso
Ed è convicto che il suo domani
E insieme a te.

Il mondo che vorrei
Ci sparerebbe i fiori,
Non sentiremo più
Il suono dei cannoni.
Il mondo che vorrei,
Farebbe più giustizia
Per tutti quelli che
La guerra l'hanno vista,
E coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.

Come si fa a rimanere qui,
Immobili così
Indifferenti ormai
A tutti i bimbi che
Non cresceranno mai
Ma che senso ha ascoltare e non cambiare
Regaliamo al mondo quella pace
Che non può aspettare più
Nel mondo che vorrei uh uh uh

Nel mondo che vorrei
Avremo tutti un cuore.
Il mondo che vorrei
Si chiamerebbe amore.
Stringi forte le mie mani
E sentirai il mondo che vorrei
Uh uh uh il mondo che vorrei

mercoledì 22 luglio 2009

La musica e la sua "importanza comunicativa"...

Rieccomi qua dopo qualche giorno di assenza...siamo ormai alla fine di questa nostra "esperienza comunicativa" ma non potevo fare il punto del mio lavoro, senza prima avere speso qualche parola sulla "musica come comunicazione". Non che non ne abbia già parlato indirettamente, ma visti i continui riferimenti riguardo al tema durante i lavori per vis musicae, e vista la mia grande passione per ciò, non potevo tirare la somme del mio discorso sul mondo che vorrei, senza avere parlato un po' di più di una delle cose che amo particolarmente a questo mondo (LA MUSICA APPUNTO)!
Come ho già detto mi interessa qui soffermarmi in particolare sulla funzione comunicativa del fenomeno musicale, è per fare ciò ho pensato di fare riferimento a "Musica è comunicazione" di Giovannella Greco e Rosario Ponziano, che ho avuto modo di leggere seguendo il corso di Sociologia dei processi comunicativi.
Vi propongo la presentazione che ha pubblicato la professoressa Greco per gli studenti che suguivano il corso, perchè credo potrebbe esservi utile a comprendere meglio l'importanza della musica nel processo comunicativo.



MUSICA E SOCIETA'

La musica accompagna da sempre l’esistenza umana, non esiste al mondo una società senza musica.
Le ragioni della sua pervasività, più che in ciò che la musica è o significa, risiedono in ciò che la musica fa e fa fare (DeNora 2000).

Ciò che la musica fa e fa fare si articola su un duplice registro: quello individuale, relativo all’esperienza vitale della persona (Langer 1953); quello collettivo, relativo alla struttura dinamica della vita sociale (Shepherd 1977).
In entrambi i casi, la sua valenza non può essere disgiunta dal contesto in cui essa si esprime: la musica è profondamente legata ai sentimenti e alle esperienze dell’uomo in quanto essere sociale (Blacking 1973).

La musica si configura come un fatto sociale totale (Mauss 1923-24) in cui possiamo cogliere quei momenti cruciali dell’esperienza umana che, nel loro accadere, coinvolgono la pluralità complessiva dei livelli sociali.
Lo studio sociologico della musica può consentire una lettura in profondita della vita sociale come sistema di relazioni.

Non fosse altro che per queste ragioni, l’analisi della relazione tra musica e società può consentirci di mettere in luce temi di grande interesse sul piano sociale che, finora, hanno ricevuto tuttavia scarsa attenzione da parte della sociologia.


MUSICA E COMUNICAZIONE

Tra le funzioni più importanti che la musica assolve sul piano sociale, quella comunicativa riveste un ruolo cruciale, ma scarsamente esplorato fino ad oggi.
Tale funzione consiste nella capacità – propria della musica – di metterci in sintonia con l’ambiente, con gli altri, con noi stessi.


Prima di qualsiasi altra cosa, la musica ci fa sentire che siamo vivi e che non siamo soli (Greco, Ponziano 2007).
È proprio qui che possiamo rintracciare il suo profondo legame con la comunicazione, sintetizzabile nelle seguenti analogie (Greco 2007):



1. La musica come la comunicazione sottende sempre un dialogo: la vocazione comunicativa della musica consiste nel rivolgersi a qualcuno, nell’essere udita e nel cercare una risposta (Bachtin 1986).

2. Al pari di ogni linguaggio, la musica comunica. Ovviamente, perché la comunicazione abbia buon esito, è necessario che i comunicanti siano sulla stessa “lunghezza d’onda”: se nel linguaggio che utilizza la parola ciò appare quanto mai evidente, a cominciare dal presupposto che ambedue i soggetti della comunicazione parlino la stessa lingua, la musica implica un analogo consenso che si traduce nella percezione di un ordine fra i suoni e in una capacità di ascolto strutturato (Blacking 1973).

3. Tanto nella musica quanto nella comunicazione, il rumore assume tradizionalmente una connotazione negativa: la fisica acustica ne ha parlato come “suono non musicale” per descrivere le vibrazioni aperiodiche prodotte da numerosi strumenti a percussione, mentre la teoria della comunicazione (Shannon, Weaver 1949) lo ha descritto come “disturbo interno a qualunque sistema di comunicazione”. Acquisizioni più recenti ammettono, tuttavia, che il rumore può essere musicale e comunicativo.
4. Musica e comunicazione utilizzano, entrambe, il silenzio la cui funzione è quella di porci in ascolto del mondo e delle persone che lo abitano, comprese noi stesse (Greco, Ponziano 2007): gli elementi costitutivi del linguaggio che utilizza la parola sono parole e silenzi organizzati in frasi, quelli del linguaggio musicale sono suoni e pause organizzati in melodie; in entrambi i casi, il silenzio è utilizzato per avvalorare il senso della comunicazione (verbale o musicale).

5. Comunicazione e musica sono strettamente legate all’ambiente socioculturale che dà loro forma e senso: nel corso della sua storia, che coincide con quella del genere umano, la comunicazione ha assunto (e, presumibilmente, assumerà ancora) forme e strumenti che sono diretta espressione di determinate società; analogamente, nel corso della sua storia, che coincide con quella del genere umano, la musica ha conosciuto (e, presumibilmente, conoscerà ancora) molteplici forme e funzioni che sono diretta espressione di determinate culture (Greco, Ponziano 2007).

GIOVANI E MUSICA

L’esperienza della musica nella vita quotidiana dei giovani, seppure densa di molteplici dimensioni sociologiche, non ha ricevuto quell’attenzione che avrebbe meritato da parte della ricerca sociale e, come altre numerose manifestazioni della vita collettiva, si configura come un fenomeno socialmente ingombrante ma socialmente sommerso (Greco 2007).

Nell’universo giovanile, la musica assolve una funzione cruciale nella relazione tra sé e gli altri, tra il proprio mondo interiore e l’ambiente circostante. Essa rappresenta il luogo privilegiato in cui realizzare tanto il bisogno di appartenenza quanto il desiderio di autorealizzazione (Greco, Ponziano 2007).

Che si tratti di svago e sottofondo o di linguaggio artistico e stile espressivo, la musica per i giovani è, al tempo stesso, fuga nella e dalla realtà, ovvero apertura e riparo dal mondo (Greco 2007).

sabato 18 luglio 2009

A CHE COSTO SI COMUNICA ???

ALLEGO QUESTO VIDEO PER FAR CAPIRE QUANTO IL VALORE DELLA COMUNICAZIONE E' CAMBIATO..PUR DI LANCIARE LA NOTIZIA DELL'ULTIMA ORA SI DIVENTA OSTACOLI PER LA SALUTE E PER I SOCCORSI PUBBLICI!! C'E' DELL'ASSURDO

martedì 14 luglio 2009

Vorrei un mondo più "comunicativo"!

Un fatto personale che mi è successo pochi giorni fa mi ha fatto riflettere sull'importanza della comunicazione e sul fatto che essa non può che essere alla base della nostra vita. Tralasciando il fatto in se, che qui senza dubbio non interessa a nessuno, trattandosi di "banali" incomprensioni tra amiche, mi preme osservare come a volte queste "banali" incomprensioni ci possano far capire che qualcosa nella nostra comunicazione con gli altri non ha funzionato e questo ci ha portato a non essere capiti e a non capire. Forse solo in questi momenti ci rendiamo conto di quanto comunicare e "comunicare bene" possa incidere su ogni singolo istante della nostra esistenza. Questa riflessione ne porta con se un'altra : dal momento che comunicare è una priorità che tutti hanno, è facile riconoscere il valore che la lingua dei segni può assumere nella vita di una persona sordomuta e di chi gli sta intorno.
Anche se non tutti, probabilmente, sono a conoscenza del grande potere comunicativo di questa lingua e gli attribuiscono pari dignità delle altre lingue (dignità che invece gli va ampiamente riconosciuta).
Non sarebbe che una ricchezza se ognuno di noi conoscesse questo modo di esprimersi, perchè amplierebbe i nostri confini comunicativi e culturali, senza contare che sarebbe un notevole passo in avanti verso l'eliminazione di ogni tipo di pregiudizio e di discrimanazione: il nostro mondo sarebbe senza dubbio migliore!


L'ALFABETO DEL SILENZIO

Ascoltami; ascolta i miei pensieri, leggi i miei occhi,
sforzati di capire
Bussa al mio cuore: non vede l’ora di aprirsi a te
Conoscimi, comunica con me
Dimmi di te: io voglio conoscere il tuo mondo
Evita di nasconderti o di evitare il mio sguardo
quando ti parlo o quando segno solo perché non mi
capisci
Fai di tutto per comunicare: io voglio interagire con te
Guarda le mie mani: parlano di me
Hai timore di non capirmi? Io ne ho molto di più di
non riuscire ad esprimere ciò che ho dentro
Impara la mia lingua: vedrai che ne trarrai giovamento
anche tu
Lasciami entrare in relazione con te,
Ma sforzati di guardare il mondo come lo vedo e lo
sento io, come io mi sto sforzando di capire il tuo
Non ti preoccupare: io farò di tutto per capirti
Osserva i miei gesti; essi racchiudono in loro la
profondità del mio pensiero
Prendimi a cuore: I care
Quando parli, muovi le labbra in modo chiaro
altrimenti non riesco a leggerle
Raggiungimi: impara a conoscere il mio modo di
interagire con il mondo
Segna insieme a me: riusciremo finalmente a
comunicare
Trattami come una persona intelligente, quale io
sono: capisco tutto, basta che tu sappia spiegarmelo
Un mondo silenzioso non è un mondo vuoto: ma il
vero handicap lo crea la maggioranza quando non
riesce a capire e a comunicare senza i suoni
Visuo-manuale: è così che viene classificata la mia
lingua
Zittisci tutti coloro che pensano che io nell’aria faccia
solo gesti senza senso!

mercoledì 8 luglio 2009

Viareggio: strage annunciata o fatalità!!

Ancora un'altro caso di dubbia competenza.. ebbene si la strage di Viareggio da giorni ormai fa rima con VERGOGNA e IRRESPONSABILITA'.. Un' incidente che sicuramente poteva essere evitato se soltanto gli addetti incaricati a svolgere e garantire un servizio fossero realmente in grado e ALL'ALTEZZA del compito attribuitogli.. Ma quando si parla di massimizzare gli utili, inevitabilmente a pagarne sempre il prezzo maggiore sono i controlli e la manutenzione. La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l'elevatissimo rischio connesso e a pagarne le conseguenze sono state 18 vittime a cui è stato tolto ogni diritto di REPLICARE..
COME NON PARLARE DI ASSENZA DI RESPONSABILITA' ALLORA??
come sempre chi è al vertice scarica colpe e annessi ai dipendenti, ma stavolta a parlare è proprio un ferroviere che spiega come sono andate le cose veramente..o meglio come POTEVANO ANDARE evitando una STRAGE ANNUNCIATA!!

Lasciamo il posto a PERSONE COMPETENTI!

Questo video è la prova che in Italia chi occupa ruoli importanti non ha la competenza per farlo.
Bisogna dar ascolto a chi dà anni si dedica allo studio e alla ricerca!
Probabilmente la tragedia dell'Aquila si sarebbe evitata!



martedì 7 luglio 2009

Liberi di essere...in ogni caso...

Analizzare la condizione dei sordomuti, e vedere come la lingua dei segni possa rendere la loro vita migliore, parlare di comunicazione e arte senza barriere, mi ha fatto riflettere su un altro tipo di "barriere", quelle concrete, che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni e che troppo spesso i "diversamente abili", in particolare le persone con handicap fisici, devono affrontare, sto parlando delle barriere architettoniche, un problema di cui si è sempre discusso, un problema che si è continuato a denunciare nel tempo, ma per il quale, purtroppo, sembra non si sia fatto abbastanza...e ve lo dimostro subito....



Non pensate che questa sia una limitazione del diritto dell'uomo alla libertà?!

"In certi casi la musica non arriva all'orecchio ma arriva all'anima"

domenica 5 luglio 2009

Arte e comunicazione senza barriere...

LIS e musica (musica visiva)

Non ho frequentato il corso di lingua dei segni come alcuni dei miei colleghi perchè, essendo un corso facoltativo, non è nel mio piano di studi, dunque affronto l'argomento da ignorante in materia e, da ignorante in materia, la prima cosa che mi è venuta in mente a riguardo è se e come sia possibile applicare la lingua dei segni alla musica, che come sappiamo è arte, ma è prima di tutto linguaggio e comunicazione. E' possibile che dei sordomuti riescano a percepire e a fare musica e a viverla come arte e modo di comunicare, attraverso la LIS? Mi sono posta questa domanda e ho cercato di documentarmi. La nozione che è ha attirato subito la mia attenzione è quella di "musica visiva" spiegata da altre due nozioni in qualche modo metaforiche ma che rendono bene l'idea: "Musica per gli occhi" e "Immagini per gli orecchi". Ho trovato questa nozione nel sito WEB MULTIMEDIALE-Parole in movimento di Roberto Ellero che si occupa dei codici linguistico e visivo nell'ambito del web. Nello stesso sito ho trovato un esempio che forse potrebbe spiegare meglio questa nozione e farci capire come la LIS viene applicata in ambito musicale: si tratta del progetto "GOSPEL TRA LE MANI". Lo scorso Novembre del 2008, al Teatro Micheletti di Cossato (Biella), le associazioni "Vedo Voci" e "Biella Gospel Choir" hanno appunto presentato "GOSPEL TRA LE MANI", concerto di mani e di voci.



GOSPEL TRA LE MANI (Associazioni "Vedo Voci" e "Biella Gospel Choir")
Interpretazione LIS delle canzoni e direzione artistica del coro
di Simone Cericola e Roberta Gherardi

"Simone Cericola (docente LIS al progetto di bilinguismo "Lingua Italiana - Lingua dei Segni Italiana" per l'integrazione dei bambini sordi di Cossato) e Roberta Gherardi (interprete LIS) hanno interpretato le canzoni proposte dal Biella Gospel Choir, dall'italiano alla LIS. Non si sono fermati a una semplice traduzione dei testi dei brani, ma hanno arricchito di un senso visivo "estetico e poetico" l'interpretazione musicale, facendo arrivare al pubblico il significato della musica.Hanno posto particolare attenzione a trasmettere con lingua dei segni le metafore, l'aspetto culturale e tutte le sfumature proprie della lingua originaria dei brani: il ritmo e il segnato sono coerenti con l'andamento della melodia. Il concerto ha messo in dialogo mondi che di solito rimangono lontani e separati. Due cori, uno di sordi e uno di udenti, hanno vissuto insieme la preparazione delle stesse musiche, e la danza delle mani degli allievi della scuola bilingue di Cossato si è trovata in contrappunto con le voci del coro Gospel: per gli spettatori un'emozione travolgente."

Alcune parole di Simone Cericola riassumono l'argomento di cui stiamo parlando e ce ne danno il senso: "La lingua dei segni è la comunicazione fra i sordi, ma con la lingua dei segni si può far arte. Si può fare poesia...canzoni."

Per leggere la trascrizione completa dell'intervento di Simone Cericola e Roberta Gherardi alla manifestazione "Cinema senza barriere" cliccate sul link seguente: http://docs.google.com/View?id=dhtkf85z_98dgssb9ch

giovedì 2 luglio 2009

Questo amore-Jacques Prévert


Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
È tuo
È mio
È stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi tu abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

domenica 28 giugno 2009

A proposito di pedofilia...

Prendo spunto dal post che ho pubblicato precedentemente per dedicare un po di spazio a un argomento delicato, forse tra i più delicati di cui si discute attualmente o, per la cui delicatezza, troppo spesso, si evita persino di discuterne...
Penso che la televisione, se utilizzata correttamente, e vissuta con spirito critico, possa diventare, in alcuni casi, un ottimo strumento di denuncia e di sensibilizzazione...

venerdì 26 giugno 2009

Il "caso umano di una leggenda"...

Appena qualche giorno fa ho aggiunto qualche canzone alla playlist che vedete sul mio blog...ironia della sorte, tra quelle canzoni c'è "We are the world" canzone famosissima interpretata fra gli altri da Lionel Richie e Micheal Jackson nel 1985 per il progetto "USA for Africa" e il cui ricavato sarebbe andato in beneficenza per la carestia in Etiopia. Ho scelto questo titolo (appunto "We are the World") anche come frase di chiusura della presentazione del mio blog in quanto credo riassuma in pieno il senso di quello che voglio dire...beh ironia della sorte perché, come voi già saprete, ieri 25 giugno 2009, lo stesso Micheal Jacson, popstar a livello planetario tanto da essere considerato il re del pop, è morto all'età di quasi 51 anni, in seguito a un arresto cardiaco, dopo una esistenza all'insegna della gloria, ma anche degli scandali, dei problemi economici ed, è inutile negarlo, sempre al limite della follia. Attenzione non sto postando perché voglio banalmente "celebrare il personaggio", non avendo mai avuto una grande passione per lui (anche se un omaggio se lo meriterebbe a livello artistico solo per il fatto di essere l'autore dell'album che ha venduto di più nella storia della musica: Thriller...ve lo ricordate no?!). Più che altro vorrei parlare del caso umano, della persona Micheal Jackson, la stessa persona che ha subito più di cinquanta interventi chirurgici per far diventare bianca la sua pelle nera(e che alla fine ne ha pagato le spese), la stessa persona che è stata accusata di molestie sessuali nei confronti di un minorenne e che poi è stata scagionata lasciando comunque molte perplessità, la stessa persona ricordata per molte altre "stranezze". Senza dubbio una persona del genere non può essere definita del tutto normale dal punto di vista psichico, ma se proviamo a non restare in superficie, a non vedere solo quello che è ovvio di questa persona e di questo artista, forse ci accorgeremo che il suo caso può diventare emblematico dell'intera società e dei suoi problemi, un caso da cui prendere spunto per analizzare temi attuali come l'inseguimento patologico di modelli di perfezione,degli stereotipi della società del "conformismo" e del consumismo, la diversità vissuta dai soggetti cosiddetti "diversi"(in questo caso le persone di colore), il successo e la gloria vissuti come unica forma di riscatto che fanno perdere di vista i valori veramente importanti, la stessa pedofilia, una piaga sempre più diffusa nella nostra società. Al di là delle ipotetiche colpe attribuite a Michael Jackson, al di là se sia vero ciò che si è detto di lui e se sia giusto piangere la sua morte o meno, ho deciso di parlarne nel mio blog perché credo che prima di essere un artista, lui era un uomo che non era a suo agio nel mondo...e se la sua storia può servire a non far commettere degli errori a qualcun'altro che prova la stessa cosa, è bene conoscerla.

Qualche cenno biografico...

Michael Joseph Jackson nacque a Gary il 29 agosto del 1958. Dopo aver iniziato la propria carriera a soli cinque anni nel gruppo di famiglia Jackson Five, insieme ai sui fratelli, iniziò la propria attività da solista nel 1971, con il singolo "Got to be there"]. Nel 1979 esordì definitivamente da solista, e divenne l'artista pop di maggior successo di sempre; ciò fu dovuto principalmente a Thriller (1982), tuttora l'album più venduto nella storia della musica, co-prodotto da Quincy Jones e vincitore di 8 premi Grammy. Secondo il Guinness World Records, il cantautore ha venduto oltre 750 milioni di albums, ciò lo rende di fatto l'artista solista con il maggior successo di sempre. Dal 1988 al 2005 Jackson è vissuto nel Neverland Ranch (successivamente venduto nel 2008 per la cifra di 35 milioni di dollari), in cui aveva fatto costruire un parco a tema e uno zoo per ragazzini poveri e malati terminali. Le sue frequentazioni con quei ragazzi hanno avuto un enorme impatto mediatico, essendo girate voci su complicati rapporti tra il cantante e i suoi giovanissimi ammiratori. Ciò è emerso per la prima volta nel 1993, quando Jackson fu accusato di molestie sessuali da un suo fan. Dopo un'altra denuncia, nel 2003, il cantante è finito nel mirino dei giudici, accusato anche di altri tipi di reati. Jackson fu poi processato nel 2005 per la vicenda, ma alla fine fu assolto in appello da tutti i 10 capi d'accusa perché ritenuto innocente. Muore, come è noto, il 25 Giugno 2009.


Vi propongo inoltre per capire meglio questa personalità enigmatica un "ritratto dell'artista" scritto da un giornalista, Marco Molendini, in occasione del processo del 2005...

Quando cantava Thriller, circondato da un manipolo di morti viventi, era il divo pop più famoso e amato. Quando ha lanciato We are the world era considerato la star più potente e generosa della musica. Quando si è messo a raccontare “sono cattivo, lo sai, sono cattivo” con Bad molte delle sue stranezze erano già di dominio pubblico. Le stranezze vere e quelle infiocchettate dagli specialisti di gossip e di panzane. Michael che per non invecchiare si chiude in un letto iperbarico, Michael che si rifà la faccia per assomigliare al suo idolo Diana Ross, Michael che si schiarisce la pelle per diventare bianco che più bianco non si può, Michael che vive in una reggia da Re Sole con elefanti, lama, giraffe, giostre, ruota panoramica, pista da go kart. Bizzarie da artista strambo. Ma vendeva dischi come nessun altro prima (arriva a 300 milioni più o meno il suo imbattibile record, imbattibile perchè i dischi non si vendono più come prima), i suoi concerti spopolavano, nelle sue casse entravano dollari a palate. Insomma, tutto quello che faceva o toccava il Peter Pan del pop diventava oro.Poi sono cominciati ad arrivare i matrimoni e i figli, Prince Michael Junior, Paris Catherine e Michael Prince II: uno dietro l'altro come i conigli, concepiti in qualche modo. La fantasia, in questo caso, è libera di sfrenarsi: è certo, però, che tutti curiosamente hanno tratti somatici tipici della razza bianca (e per quanto Michael si sia schiarito, colpa della vitiligine o di una follia esistenziale è impossibile che abbia modificato i propri cromosomi). E, dopo i matrimoni e i figli, sono arrivati a ruota, come un castello di carte che crolla improvvisamente, le accuse infamanti, i primi sospetti di rapporti particolari con i suoi amici bambini (i tanto amati bambini per cui il munifico Jackson non badava a spese), le vendite di dischi che crollano (l'ultima raccolta, comunque, ha venduto svariati milioni di copie), i rapporti con la casa discografica che si fanno difficili, i ricatti, i milioni di dollari che vanno in fumo per vanificare le denunce, perfino Al Bano che ricorre ai magistrati lanciando l'accusa di plagio (finita in una bolla di sapone, per il magistrato sia Will you be there che I cigni di Balaklava, sono state ispirate da una medesima canzone popolare indiana). Una voragine si apre sotto i piedi di un artista straordinario ma inafferrabile. E la sua storia comincia a essere letta in modo diverso, assume toni drammatici, da fantasma del palcoscenico. Ecco, la Michael Story potrebbe benissimo essere lo spunto per uno di quegli immaginifici e terrificanti musical di Andrew Lloyd Webber fatti di diavolerie e giochi meccanici: sarebbe il racconto di un ragazzo di grande talento, dall'infanzia difficile (il padre sadico, gli obblighi di carriera che arrivano prima dell'adolescenza), dalle grandi ambizioni, dalla personalità inafferabile e sfuggente. Una sorta di Dorian Gray, il protagonista del celebre racconto di Oscar Wilde, la cui immagine pubblica contrasta con il ritratto privato e quel viso, sottoposto a troppi continui interventi chirurgici (i primi furono determinati da incidenti di lavoro), che si va deformando (come dimostrano i terribili primi piani che ogni tanto le telecamere riescono a rubare).Una storia incredibile di un uomo che riesce con il suo talento a mettere insieme un impero smisurato, a sfamare il suo appetito di gloria comprando i diritti delle canzoni del gruppo più famoso del mondo (i Beatles) e sposando (sappiamo con quale esito) la figlia di quello che è tuttora considerato il re del rock, Elvis Presley. Aveva tutto Michael Jackson. Forse non bastava per essere felice.


Infine, per rendere omaggio all'artista scomparso (e non alla persona discutibile dal punto di vista morale) mi sembra giusto ricordarlo con il video che l'ha reso una leggenda...



martedì 23 giugno 2009

Inquinamento? No, grazie...

Parlando dell'inquinamento, non pùò mancare la mia solita definizione tratta da Wikipedia, giusto per introdurre l'argomento e capire, più o meno, di cosa si parla: "L'inquinamento è un'alterazione dell'ambiente, di origine antropica o naturale, che produce disagi o danni permanenti per la vita di una zona e che non è in equilibrio con i cicli naturali esistenti."
Detto ciò, sono convinta che riguardo a questo tema, non ci sia molto da discutere o "filosofeggiare", ma piuttosto da gurdare in faccia la realtà...proprio per questo vi propongo alcune immagini che valgono più di mille parole!!!

Guardate cosa la natura è stata in grado di offrirci...






























Guardate cosa noi siamo stati in grado di combinare...














sabato 20 giugno 2009

A proposito della Shoà: per non dimenticare...la storia di Etty Hillesum.


Come ho già avuto modo di dire precedentemente, una delle espressioni più terribbili del razzismo che si sono succedute durante la storia è senza dubbio il nazzismo e con esso la Shoà...durante la Seconda guerra mondiale circa sei milioni di ebrei furono deportati nei campi di concentramento e uccisi brutalemente per il solo fatto di essere tali. A distanza di circa sessant'anni, ancora oggi si celebra la "giornata della memoria", per non dimenticare una delle più gravi e assurde violazioni dei diritti umani che la storia del mondo abbia mai conosciuto. La nostra "memoria" è aiutata in questo dalle tantissime testimonianze che i sopravvisuti a quella tragedia ci hanno lasciato, nonchè dalla documentazione di vario tipo che è venuta fuori negli anni per testimoniare ciò che è stato. Ricordiamo ad esempio il famoso "diario di Anna Frank", "Se questo è un uomo" di Primo Levi, "La notte" di Elie Wiesel e altri importanti documenti e opere letterarie. Nessuno dovrebbe ignorare i contenuti e il valore di queste testimonianze. In una società come la nostra, così frenetica e piena di egoismo, tutti dovremmo fermarci un attimo a guardare indietro e conoscere la sofferenza di chi è vissuto nel passato per vivere meglio nel futuro. E’ questo il significato della giornata della memoria, conoscere e ricordare quello che è stato, trarne dei validi insegnamenti ed evitare che ciò si verifichi nuovamente.
Se è vero che s'impara dai propri errori, l’umanità intera deve avere il coraggio di guardare in faccia i gravissimi errori commessi, solo così è possibile progredire, traendo dal passato i valori positivi e lasciandoci alle spalle quelli negativi che hanno generato la Shoà.
Ma c'è una storia, una tra le tante storie delle persone deportate e uccise in quel periodo che non è molto conosciuta e non ha avuto molto spazio fra le altre, ma che a mio parere merita di essere ricordata per l'insegnamento che se ne può ricavare. Io ho avuto modo di conoscerla al liceo e mi ha colpito particolarmente...ve la voglio raccontare, citandovi anche una frase della stessa protagonista nella quale è racchiuso il senso della sua storia e del suo insegnamento.

Etty Hillesum- La nonviolenza in Auschwitz


Dei circa sei milioni d'ebrei deportati e uccisi negli anni della Shoà (catastrofe), solo alcuni hanno avuto la forza o la possibilità di lasciarci delle testimonianze di ciò che è stato e che l’umanità non potrà mai dimenticare.
Una di essi è Etty Hillesum, nata in Olanda nel 1914 da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica e morta ad Auschwitz nel 1943, una donna che ha saputo trasformare il suo dolore e quello della società nella quale viveva in saggezza e paradossalmente in gioia di vivere.
Ragazza brillante, intensa, con la passione della letteratura e della filosofia, si laurea in giurisprudenza e si iscrive quindi alla facoltà di lingue slave; quando intraprende lo studio della psicologia, divampa la seconda guerra mondiale e con essa la persecuzione del popolo ebraico che sarà allo stesso tempo causa della sua morte fisica e della sua rinascita spirituale. A testimonianza di ciò esiste un diario personale, che lei scrive durante gli ultimi due anni della sua vita: undici quaderni completamente ricoperti da una scrittura minuta, quasi indecifrabile, che abbracciano tutto il 1941 e il 1942.
Etty nasconde, sotto un aspetto vivace, una profonda infelicità, che le provoca oltretutto una serie di estenuanti malesseri fisici. Forse anche a seguito di carenze affettive ed educative dovute al burrascoso matrimonio dei suoi genitori, vive in quel periodo relazioni sentimentali complicate che la lasciano “lacerata interiormente e mortalmente infelice”.
Dopo tanti errori e tanta sofferenza, finalmente qualcosa d’importante e decisivo accade nella vita della giovane ebrea: è l’incontro con uno psicologo ebreo tedesco, Spier, molto più anziano di lei, che la cambia profondamente. Attraverso le contraddizioni di una relazione piuttosto complessa e ambigua, egli la guida in un percorso di realizzazione umana e spirituale, insegnandole a pregare e diventando un mediatore fra lei e Dio. Quel Dio che diventerà per Etty il centro della sua esistenza e la parte più intima di sé: “Quella parte di me, la più profonda e la più ricca in cui riposo, è ciò che io chiamo Dio” scrive lei stessa.
E’ proprio l'amore per Dio che la spinge a condividere pienamente la triste sorte del suo popolo, un gesto che per lei significa “donarsi a Dio e ai fratelli”.
Nel 1942, infatti, lavorando come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico, potrebbe sottrarsi alla deportazione e avere salva la vita; lei, invece, nella prima grande retata ad Amsterdam, si avvia al campo di sterminio con gli altri ebrei prigionieri, sperando di poter portare luce nella vita altrui con la sua forza interiore e rendere così giustizia alla vita.
Prima della sua partenza definitiva per Auschwitz, Etty sente che la sua fine è vicina, chiede così ad un’amica olandese di nascondere i suoi quaderni e di farli avere ad uno scrittore di sua conoscenza, alla fine della guerra.
I manoscritti, molto difficili da decifrare, a causa della grafia incomprensibile, passano per anni da un editore all’altro e solo nel 1981 sono finalmente pubblicati, permettendo ai lettori di tutto il mondo di conoscere la straordinaria esperienza di una persona “luminosa”, come l’hanno definita i sopravvissuti del campo che vissero con lei.
In uno dei suoi quaderni Etty scrive:
“Dappertutto c’erano cartelli che ci vietavano la strada per la campagna: ma sopra quell’ unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto”. Cosa c’è di più bello e rassicurante che guardare il cielo? Persino in un momento difficile ci fa sentire vivi, ci ricorda la nostra appartenenza al mondo e quindi alla vita. Esso accomuna tutti, buoni e cattivi, ricchi e poveri, liberi o prigionieri: tutti noi viviamo sotto un unico immenso cielo. Nessuno ci può vietare di guardarlo, in qualsiasi posto noi ci troviamo e in qualsiasi momento, perché il cielo è sempre sopra la nostra testa, è sempre sopra la nostra vita, quasi per osservarla e proteggerla. Etty esprime in questa frase tutta la sua voglia di restare al mondo e di continuare la sua esistenza, anche in un momento difficile come quello che sta vivendo insieme al suo popolo. La sua libertà fisica è limitata, ma le basta guardare il cielo per sentirsi libera nell’anima; nessuno può impedirle di sognare, di sperare, di amare o, semplicemente, di alzare lo sguardo al cielo, è una libertà più importante di quella fisica, perché è una libertà che nessuno le può togliere.

giovedì 4 giugno 2009

L'Italia [non] è un paese razzista!

Il video che vi voglio proporre rappresenta quella che è la situazione attuale in Italia, riguardo il tema razzismo.
Il Governo propone ordine e pulizia etnica , ma fino a che punto è disposto ad ottenere tutto ciò , se per raggiungere i propri scopi è disposto a passare sopra a quelli che sono i valori etici e morali?

mercoledì 3 giugno 2009

Razzismo...



Da Wikipedia:"Nella sua definizione più semplice, per razzismo si intende la convinzione che la specie umana sia suddivisa in razze biologicamente distinte e caratterizzate da diversi tratti somatici e diverse capacità intellettive, e la conseguente idea che sia possibile determinare una gerarchia di valore secondo cui una particolare razza possa essere definita "superiore" o "inferiore" a un'altra.


Più analiticamente si possono distinguere diverse accezioni del termine:

-storicamente rappresenta un insieme di teorie con fondamenti anche molto antichi (ma smentite dalla scienza moderna) e manifestatesi in ogni epoca con pratiche di oppressione e segregazione razziale, che sostengono che la specie umana sarebbe un insieme di razze, biologicamente differenti, e gerarchicamente ineguali. Tra gli ispiratori ideologici degli aspetti contemporanei di questa teoria vi fu l'aristocratico francese Joseph Arthur de Gobineau, autore di un Essai sur l'inégalité des races humaines[1] (Saggio sulla diseguaglianza delle razze umane, 1853-1855). Nel XIX secolo quello che sarebbe stato poi definito razzismo nel secolo successivo ebbe rilevanza scientifica, al punto da venire oggi chiamata dagli storici razzismo scientifico. Intorno al 1850 il razzismo esce dall'ambito scientifico e assume una connotazione politica, diventando l'alibi con cui si cerca di giustificare la legittimità di prevaricazioni e violenze. Una delle massime espressioni di questo uso è stato il nazionalsocialismo.

-in senso colloquiale definisce ogni atteggiamento attivo di intolleranza (che può tradursi in minacce, discriminazione, violenza) verso gruppi di persone identificabili attraverso la loro cultura, religione, etnia, sesso, sessualità, aspetto fisico o altre caratteristiche. In tale senso, però, sarebbero più precisi, anche se sono raramente usati nel linguaggio corrente, termini come xenofobia o meglio ancora etnocentrismo

-in senso più lato comprende anche ogni atteggiamento passivo di insofferenza, pregiudizio, discriminazione, teso a pretendere un atteggiamento di considerazione particolare da parte di gruppi di persone che si identificano attraverso la loro cultura, religione, etnia, sesso, sessualità, aspetto fisico o altre caratteristiche."

ORA DICO LA MIA...






Be di sicuro qualche nozione enciclopedica può servire a comprendere meglio il significato e la portata di alcuni fenomeni come il razzismo...ma io non riesco a limitarmi a qualche nozione enciclopedica quando si parla di cose così importanti, devo dire la mia (in realtà la dico sempre la mia, non posso rinunciare ad esprimere il mio pensiero, altrimenti non mi sarei iscritta a FSCC, non vi pare?!)
Tornando al discorso del razzismo, vi assicuro che non riesco a trovare le parole giuste per esprimere la mia incredulità, il mio stupore, ma anche la mia rabbia nel vedere che ancora oggi nel, Ventunesimo secolo, continuiamo a fare distinzioni di sesso, razza, religione, ceto sociale, identità sessuale e chi più ne ha pìù ne metta...crediamo di essere una società aperta, una "società della comunicazione", ci vantiamo del progresso tecnologico che abbiamo raggiunto, della cultura che abbiamo acquisito, studiamo e ci prendiamo lauree come fossero caramelle, eppure ancora riesce a scandalizzarci un amore fra due persone dello stesso sesso o addirittura fra due persone di sesso opposto ma di razza diversa, e siamo sempre bravi, all'occasione, a prendercela con l'immigrato di turno se succede qualcosa di spiacevole. Vi ricordo che appena sessant'anni fa, a causa dei problemi mentali di un certo Adolf Hitler, circa sei milioni di persone morivano in modo atroce per il solo fatto di essere nati Ebrei, mentre il resto del mondo guardava senza fare nulla (vi ricordate la Shoà no?)... vi ricordo ancora che qualche anno dopo un signore di nome Martin Luther King si batteva con ogni mezzo per il riconoscimento dei diritti civili alla comunità afroamericana, la cui dignità veniva calpestata quotidianamente perché i suoi componenti avevano la pelle nera...queste cose le conosciamo tutti no?Le studiamo alle elementari, alle medie, al liceo e spesso persino all'università...fanno parte della storia di tutti noi, eppure sembra che ce ne dimentichiamo troppo facilmente...e poi mi chiedo, ma come si fa a fare discriminazioni?! Siamo esseri umani, siamo stati concepiti tutti nello stesso modo, siamo nati tutti nello stesso modo e tutti prima o poi avremo una fine, partendo da quali presupposti si può dire che una razza è meglio di un'altra, o una persona meglio di un'altra? Penso che invece di sentirci superiori a qualcun'altro diverso da noi, ci tornerebbe più utile considerare le differenze come una ricchezza alla quale attingere per conoscere ciò che non conosciamo e imparare ciò che non sappiamo, vivere la vita in ogni suo aspetto e in ogni sua sfaccettatura...siete d'accordo con me? Io spero di si!

lunedì 25 maggio 2009

Una piccola parentesi: la mia carta d'identità digitale...

Carta d'identità digitale di Nero Assunta

1988 L'anno della mia nascita...si io vengo al mondo nel Maggio di quell'anno, esattamente ventuno anni fa, e sono felicissima di essere nata in questo mese!
1996 L'anno del mio primo incontro con il mondo digitale (con il quale non prenderò mai una totale confidenza!). Ho otto anni e comincio a dilettarmi con i videogiochi (anche se non sentirò mai l'esigenza di averne dei miei). Più che altro faccio amicizia con un simpatico omino di nome SUPER MARIO BROS e ci gioco ogni volta che vado a casa di mia cugina o della mia migliore amica.
1998 Un'altra grande scoperta...il tamagotchi (perdonatemi ma non ho idea di come si scriva)...ve lo ricordate? Io benissimo. Ho dieci anni e chiedo ai miei genitori di comprarmelo per Natale. E' emozionante prendersi cura di un cucciolo in tutto e per tutto (anche se virtuale) e per me che ho sempre lottato invano con mia mamma per avere un cagnolino in casa, è il massimo. Mi affeziono a quell'animaletto come fosse in carne e ossa (anche se presto me ne stuferò).
2002 Il computer fa il suo ingresso trionfale in casa mia (senza Internet ) ma il mio utilizzo di questo nuovo oggetto si limita a qualche ricerca per la scuola su Encarta (enciclopedia su cd-rom). Piano piano imparo a scrivere con Microsoft Word, do sfogo alla mia creatività con Paint, scopro i giochi per passare il tempo (in primis il solitario!). Per ora la mia conoscenza dell'informatica è ferma qui...
2003 Il cellulare arriva nella mia vita...a Natale ricevo il Nokia 3310 (scoprirò che mezzo mondo possiede sto telefono). Sono consapevole della sua utilità e lo uso come tutti gli altri maggiormente per inviare sms, ma non avrò mai un interesse maniacale per questo oggetto.
2007 Arriva finalmente la maturità...c'e da preparare il percorso per gli esami e presentarlo attraverso mappe concettuali create con PowerPoint...ci metto una settimana, ma grazie alle mia ostinazione e all' aiuto di qualche anima pia, ci riesco! Nello stesso periodo arriva anche la connessione a Internet (difficile per via della linea telefonica e quindi mai completamente a disposizione) di cui mi servo per cercare materiale utile per gli esami e cominciare a informarmi sulla scelta universitaria da fare...
2008 Mi sono iscritta all'Unical e ogni giorno mi addentro nei meandri segreti di www.unical.it per vedere news e orari, prenotare esami, compilare e stampare domande, bollettini e così via...i problemi iniziano quando comincio a frequentare il corso di Esercitazioni di informatica 1, vi sembrerà assurdo, ma solo li mi rendo conto dei miei limiti con il pc...mi sento un pò "impedita", mi viene la tremarella e mollo il corso!
Dimenticavo...il 2008 è anche l'anno del mio incontro con msn...
2009 Ed ecco finalmente la svolta... la mia connessione ad Internet non da più problemi, riesco ad avere un portatile tutto mio, dopo tanta resistenza al fenomeno facebook, per principio e per riservatezza, alla fine cedo e mi iscrivo anch' io, più per curiosità che per altro...sembra che sto riuscendo a capire il meccanismo quando...ops...non avevo calcolato l'inizio dei corsi di Informatica e Ambienti digitali. Mi ritrovo di nuovo davanti agli ostacoli che ho incontrato l'anno prima (con Esercitazioni di Informatica) ma questa volta la mia testardaggine ha la meglio e mi fa scegliere di provare a superare i miei limiti...continuo a seguire entrambi i corsi, creo il mio account su Gmail, comincio a usare Google Talk, creo il mio blog su blogspot ( per chi non l'avesse ancora visto http://assuntanero.blogspot.com/ ) ed ora eccomi creare e condividere la mia carta d'identità digitale. Insomma comincio veramente a pensare di avere imparato parecchie cose grazie a sto cavolo di corso che mi ha fatto veramente sudare! Devo fare ancora molta strada...ma per ora sono soddisfatta del mio lavoro...

PS Nel caso prendessi una seconda laurea in Informatica (ne dubito fortemente) vi farò sapere!!!

sabato 23 maggio 2009

Lotta alla mafia...per il nostro Sud...

Proprio oggi ricorre il diciassettesimo anniversario della strage di Capaci. Esattamente diciassette anni fa, il 23 Maggio del 1992, perdevano la vita in un attentato mafioso, Giovanni Falcone, uno dei personaggi chiave della lotta alla mafia, sua moglie, e tre agenti della scorta che doveva proteggerlo. Poco dopo sarebbe morto in questa "battaglia" anche il suo amico Paolo Borsellino. La strage di Capaci è diventata negli anni il simbolo di questa "lotta sanguinosa" che ha provocato la morte di troppe persone. Non c'è occasione migliore dunque per trattare questo argomento, per parlare di questa organizzazione orribile e indegna dell'intelligenza umana che è la mafia. Non possiamo sperare in un mondo migliore, senza desiderare di sconfiggere la mafia, proprio noi che viviamo qui dove essa è radicata, in questo Sud ricordato per il sole, il mare e il calore della gente e allo stesso tempo disprezzato come una terra di assassini...ma se vogliamo sconfiggerla non c'è altro modo che denunciare, non avere paura, dire basta all'omertà che regna sovrana fra di noi. Lo so che pensate, e come si fa a non avere paura di questa gente? E non vi di torto, perché io sono la prima ad averne. Allo stesso tempo, maggiore di questa paura che mi paralizza, è l'amore per la mia terra, che mi fa odiare chi scappa da qui per egoismo, chi parla male del posto in cui è nato e non fa niente per cambiarlo, e credetemi ne conosco tanti!!!
Scappare significa far capire alla mafia che può continuare ad agire indisturbata perché noi ci priviamo della nostra terra per lasciarla a loro, a coloro che credono di avere il mondo in pugno perché minacciano e uccidono. Diciamo basta a tutto ciò! Rimaniamo qua dove siamo nati, cerchiamo di darci da fare senza piangerci addosso, sfruttiamo le nostre risorse naturali per produrre lavoro e ricchezza e collaboriamo perché l'unione fa la forza. Lo so la mafia è dura da sconfiggere, ma noi non possiamo permetterci di stare con le mani in mano ad aspettare che si prenda tutto ciò che ci appartiene.



Vi propongo anche la scena principale de "I cento passi", film di Marco Tullio Giordana sulla vita di Peppino Impastato, altra celebre vittima della lotta alla mafia. Penso possa servire a riflettere ulteriormente!

mercoledì 20 maggio 2009

Citazioni...



"Se il mondo vorrà la pace, il solo mezzo per quel fine è la non violenza."
Gandhi

"Il sentiero della non violenza, richiede molto più coraggio della violenza."
Gandhi

"Prendi un sorriso, regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.
Prendi una sorgente, fai bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima, passala sul volto di chi non ha mai pianto.
Prendi il coraggio, mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita, raccontala a chi non sa donare.
Scopri l'amore e fallo conoscere al mondo!"
Gandhi

"Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso."
Madre Teresa di Calcutta

"Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano.
Ma se non ci fosse quella goccia,
nell'oceano mancherebbe."
Madre Teresa di Calcutta

"Ieri è trascorso. Domani deve ancora venire.
Noi abbiamo solo l'oggi.
Se aiutiamo i nostri figli ad essere ciò che dovrebbero essere oggi,
avranno il coraggio necessario per affrontare la vita con maggiore amore."
Madre Teresa di Calcutta

domenica 17 maggio 2009

Per un mondo migliore...diciamo no alla violenza!


Ciao ragazzi, come ho già detto nella presentazione del blog, quello che sto cercando di fare è mettere in evidenza, analizzare e commentare le problematiche purtroppo più diffuse della nostra società, e, allo stesso tempo, proporre dei valori positivi, importanti per me e credo per la maggiorparte di voi, quei valori che potrebbero far diventare il nostro mondo un un posto ideale in cui vivere!
Credo che il problema in assoluto più diffuso, e che, per la sua complessità e varietà, racchiude tutte le tematiche che ho già affrontato e che affronterò, è senza dubbio la violenza. E' evidente, che tutto ciò che succede di negativo su questa terra o quasi, derivi da un'incapacità di comunicare troppo diffusa che sfocia quasi sempre in atteggiamenti violenti di varia intensità e di vario genere. Questa è certamente la causa principale delle guerre, di cui ho già parlato, ma è anche causa di altri fenomeni dei quali sentiamo parlare troppo frequentemente...non c'è giorno ormai che accendendo la tv non si senta parlare di pedofilia, violenza sulle donne, bullismo, satanismo, omicidi sempre più assurdi, inspiegabili, senza un movente (non che chi ha un movente sia autorizzato ad uccidere, ma la storia di una persona che perde la vita senza motivo è certamente più scioccante al primo impatto).
La gente pensa di trovare rimedio ai sui problemi usando la violenza, e spesso lo fa persino per combattere la noia o la routine quotidiana...è brutto dirlo ma è così, viviamo in una società malata ed è importante che ne prendiamo coscienza se vogliamo fare qualcosa per "curarla".
Di chi è la responsabilità di tutto ciò? Beh un pò di tutti! La responsabilità è delle istituzioni che non vedono o fanno finta di non vedere, della giustizia che non fa il suo dovere, dei mass media che esaltano la violenza spettacolarizzandola, di noi che li incentiviamo questi media e li usiamo in maniera sbagliata, della scuola e della famiglia che troppo spesso e volentieri non fanno il proprio dovere, della nostra amata società del consumo che ci impone e ci propone modelli di vita sempre più "contro natura"...potrei continuare all'infinito, ma non mi sembra il caso!
Quello che mi rassicura è che le cose possono cambiare e noi giovani soprattutto, abbiamo il potere di farlo. Cerchiamo innanzitutto di risolvere i nostri problemi con il dialogo e la comunicazione, anche se questa a volte sembra la strada più difficile, facciamo nostra la convinzione che la violenza porta solo altra violenza e altri problemi e cerchiamo di infondere negli altri questa nostra convinzione!
Mi raccomando, questa è la società in cui vivranno anche i nostri figli, se non riusciamo a cambiarla per noi, facciamolo per loro, per il futuro!

mercoledì 13 maggio 2009

Il mondo che vorrei...non conosce la fame.

Qualche numero.
Circa 800 milioni di persone, nel mondo, soffrono la fame.
Circa 2 miliardi di persone, addirittura, devono combattere contro la malnutrizione.
Circa 7 milioni all'anno di bambini muoiono a causa della malnutrizione.

Queste sono solo alcune delle cifre che riguardano il gravissimo, e purtroppo sempre attuale problema della fame nel mondo. Le persone, nel cosiddetto "terzo mondo"(l'Africa in particolare), continuano a morire o a soffrire la fame, a causa di un'ineguale distribuzione delle risorse sulla terra, che a sua volta ha origini diverse, radicate nelle guerre e nei conflitti interni, nei risultati dell'economia globalizzata, nel giogo dell'indebitamento al quale sono soggette tali popolazioni.
Spiegare le cause, le origini e le responsabilità di questo porterebbe via troppo tempo. Ciò che qui mi interessa è far prendere coscienza a qualcuno di quanto siamo fortunati e soprattutto di quanto siamo egoisti. E' facile lamentarsi perchè "c'e crisi", perchè magari spesso non riusciamo a toglierci tutti gli sfizi, a comprarci un vestito firmato in più, a farci un viaggio, a comprarci quella bella macchina che abbiamo visto in televisione... E' più difficile ammettere che c'e gente che sta peggio di noi, che a differenza nostra non riesce a fare colazione, a pranzare, a cenare, che spera in un pezzo di pane ogni tanto e spesso vede deluse le sue aspettative, che muore per questo...Certo siamo influenzati dalla cultura occidentale che quasi ci impone come dobbiamo vivere, ma ciò non ci autorizza a dimenticarci completamente di chi ha problemi ben più gravi dei nostri!
Ci tengo a specificare che questo non è moralismo e non mi sognerei mai di fare prediche se io in prima persona non fossi consapevole di sbagliare. Me ne rendo conto, quando, accendendo la tv, per caso, certe volte persino per sbaglio, vengo a conoscenza di questi problemi, magari vedendo immagini come quelle del video che vi propongo....
Guardiamolo, facciamoci un esame di coscienza e cominciamo, nel nostro piccolo, a cambiare le cose...

lunedì 11 maggio 2009

sabato 9 maggio 2009

Nel mondo che vorrei gli artisti sono tutti così...mettono la loro arte al servizio di chi ha bisogno.....

"Pace vs guerra"...qualche verso.

HO DIPINTO LA PACE-T.Sorek

Avevo una scatola di colori,
brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per la sabbia ardente,
ma avevo l'arancio per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.

I BAMBINI GIOCANO-Bertold Brecht

I bambini giocano alla guerra.
E' raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai "pum" e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E' la guerra.
C'è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

venerdì 8 maggio 2009

Perchè a volte una canzone dice più di mille parole!


Nel mondo che vorrei...non c'è posto per la guerra!



Da Wikipedia: " La guerra è un evento sociale e politico, generalmente di vaste dimensioni, che consiste nel confronto armato fra due o più soggetti collettivi significativi. [...] La guerra, in quanto fenomeno sociale, ha enormi riflessi sulla cultura, sulla religione, sull'arte, sul costume, sull'economia, sui miti, sull'immaginario collettivo, che spesso la trasfigurano, esaltandola o condannandola".

La storia ci insegna, in un certo senso, che in realtà, voler sconfiggere la guerra è un'utopia, in quanto essa è una di quelle cose che accompagna l'uomo sin dalla nascita del mondo. Si, questo è vero, ma mi rifiuto di arrendermi all'evidenza, e di rassegnarmi passivamente all'esistenza di questa cosa orribile. Probabilmente, un mondo senza guerra non esisterà mai, ma noi abbiamo comunque l'obbligo morale di continuare a combatterla, perlomeno per riuscire in qualche modo a ridurla, se proprio non è possibile eliminarla. Per raggiungere questo obbiettivo, il primo passo da fare è prendere coscienza che la violenza non porta a nulla, e che i conflitti si possono e si devono risolvere senza ricorrere ad essa, basta che ciascuno di noi abbia un minimo di tolleranza in più. Se tutti, nel nostro piccolo, cominciamo a farci portatori di questo messaggio, forse, un giorno, sarà possibile guardare alla guerra come ad una cosa lontana, o quantomeno rara!

Attualmente nel mondo si svolgono circa trenta guerre (dato non certo, potrebbero essere di più): Iraq, Israele-Palestina, Libano, Turkia-Kurdistan, Afghanistan, Pakistan-Waziristan, Pakistan-Balucistan, India-Kashmir, India-Nord Est, India-Naxaliti, Sri Lanka-Tamil, Birmania-Karen, Thailandia(Sud), Filippine, Russia-Cecenia, Georgia-Abkhazia, Georgia-Ossezia, Algeria, Costa d'Avorio, Nigeria, Ciad, Sudan-Darfur, Republica Centroafricana, Somalia, Uganda, Congo, Colombia, Haiti, Kenia.

Se, ancora oggi, dopo le due Guerre mondiali, durante le quali la dignità umana è stata calpestata e offesa veramente in ogni modo, e dopo tutti gli altri tragici conflitti della storia, il mondo continua ad essere così devastato dalla guerra, è evidente che l'umanità non ha ancora imparato dai propri errori.....facciamo si che questo avvenga!

giovedì 7 maggio 2009

Il mondo è nelle nostre mani...!

Salve cari colleghi......e scusate il ritardo!!! Le idee non mi mancano, ma purtroppo il mio rapporto con il pc non è dei migliori, il linguaggio informatico mi è ancora un ostile e l'ardua impresa di creare questo blog è rallentata da tutto questo!
Premesso ciò, vi dico subito cosa mi passa per la testa.....ho trovato molto interessante il tema artistico del concerto del 1° Maggio di quest'anno, "Il mondo che vorrei...", che, tra l'altro, richiama il titolo dell'omonima canzone di Vasco Rossi. Per una come me che sogna ad occhi aperti qualsiasi cosa faccia, e che spesso non riesce a tenere i piedi ben saldi a terra, non c'è tema migliore da poter sviluppare, quindi, cogliendo l'occasione di questo lavoro, ho pensato di farlo diventare il punto principale del mio blog (ancora non ci credo che sto riuscendo a crearlo!).
Che dire, per quanto mi riguarda, il mondo che vorrei è molto diverso da quello in cui viviamo, d'altronde se devo sognare è meglio che sogni in grande (o no?!). E' inutile dire che vorrei un mondo senza guerra, senza fame, senza ingiustizia, senza cattiveria, senza discriminazione, senza disonestà, senza egoismo, senza indifferenza......lo so, sembra banale dire queste cose, e forse anche un utopistico, ma sono convinta che sia necessario avere delle grandi ambizioni per poter cambiare le cose in meglio, in certi casi bisogna puntare al massimo per ottenere il minimo. E poi ragazzi, alla nostra età abbiamo il diritto e il dovere di sperare in un mondo migliore e di lottare per realizzarlo!
Cercherò di inserire materiale che sottolinei quali sono i maggiori problemi che affliggono attualmente il nostro pianeta e la nostra società, ma darò anche spazio alle cose belle, ai sentimenti e ai valori che mi piacerebbe mettere in questo "Mondo che vorrei". Se a qualcuno interessa questo tema, non esiti a dare consigli e a lasciare commenti, fatemi sapere com'è il vostro "Mondo che vorrei"!
Si accettano anche critiche (possibilmente costruttive!!!!!!!).
Un bacione........ vi aspetto!