"Voglio volere... io voglio un mondo
all'altezza dei sogni che ho..."
"Ed è proprio quello che non si potrebbe che vorrei ,
ed sempre quello che non si farebbe che farei,
come quello che non si direbbe che direi,
quando dico che non è così il mondo che vorrei".

domenica 26 luglio 2009

FACENDO IL PUNTO...


Ed eccoci alla fine del nostro percorso per l'esame (che non deve per forza significare la fine del blog e della nostra collaborazione!). Ho iniziato il mio lavoro riproponendomi di trattare tematiche di attualità attraverso la metafora del "Mondo che vorrei...", un modo per prendere in considerazione problematiche della nostra società cercandone le possibili soluzioni, e soprattutto per esprimere le nostre idee e i nostri desideri per un futuro e un mondo migliore. Stradafacendo, il mio lavoro ha incontrato qualche consenso e qualche critica,...in generale non posso dire di avere riscontrato la pertecipazione che mi aspettavo, ma essendo una persona abbastanza autocritica, mi sono detta che probabilmente c'è stato qualche errore da parte mia nell'esposizione di quello che volevo esprimere, e sono andata avanti convinta delle mie idee e consapevole che dagli errori c'è sempre da imparare (infondo era la mia prima esperienza di questo genere!).
Ho cominciato con i temi che mi sembravano più importanti e, andando avanti, in seguito alla collaborazione per i blog di Vis Musicae e Lingua dei segni, ho cercato di integrare nel mio gli argomenti centrali di questa esperienza che procedeva parallelamente: la musica, la poesia, la comunicazione in generale e, in particolare, la comunicazione attraverso il linguaggio dei segni.
Sono arrivata ad una conclusione (a una "morale della favola"): da qualsiasi punto si parta, e qualunque problema si cerchi di risolvere, il filo conduttore della nostra vita è sempre la comunicazione...e la comunicazione è dunque diventata anche il filo conduttore del mio lavoro, perchè mi sono convinta che "Il mondo che vorrei..." non ha alcuna possibilità di realizzarsi, se prima di tutto non si comunica...
Non mi dilungo più di quanto abbia già fatto, perchè fa molto caldo e l'ossigeno fa fatica ad arrivare al cervello sia di chi scrive che di chi legge!!!!! Concludo dicendo solo che sono soddisfatta, tutto sommato, del lavoro svolto e che mi piacerebbe continuare a "comunicare" in questo modo, quindi prendete questa conclusione più che altro come un ARRIVEDERCI, perchè non è detto che non ci rivedremo "PROSSIMAMENTE SU QUESTE RETI"...io magari continuerò a scrivere quello che mi passa per la testa...e se a qualcuno fa piacere può passare a trovarmi ( dopo una meritata pausa naturalnmente).
Vi lascio augurandovi sinceramente delle BUONE VACANZE!!!

SUSY


PS ringrazio Germana, Andrea, Pina e Simona che hanno collaborato, ma anche quelli che mi hanno sostenuto e quelli che hanno accettato il mio invito a diventare coautori (diciamo che il loro aiuto è stato "psicologico", più che pratico!)

sabato 25 luglio 2009

IL MONDO CHE VORREI-Laura Pausini

Quante volte ci ho pensato su,
Il mio mondo sta cadendo giù
Dentro un mare pieno di follie,
Ipocrisie.


Quante volte avrei voluto anch'io
Aiutare questo mondo mio,
Per tutti quelli che stanno soffrendo
Come te

Il mondo che vorrei
Avrebbe mille cuori,
Per battere di più avrebbe mille amori.
Il mondo che vorrei
Avrebbe mille mani
E mille braccia per i bimbi del domani,
Che coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.

Per chi crede nello stesso sole
Non c'è razza non c'è mai colore
Perché il cuore di chi ha un altro Dio
È uguale al mio.

Per chi spera ancora in un sorriso,
Perché il suo domani l'ha deciso
Ed è convicto che il suo domani
E insieme a te.

Il mondo che vorrei
Ci sparerebbe i fiori,
Non sentiremo più
Il suono dei cannoni.
Il mondo che vorrei,
Farebbe più giustizia
Per tutti quelli che
La guerra l'hanno vista,
E coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.

Come si fa a rimanere qui,
Immobili così
Indifferenti ormai
A tutti i bimbi che
Non cresceranno mai
Ma che senso ha ascoltare e non cambiare
Regaliamo al mondo quella pace
Che non può aspettare più
Nel mondo che vorrei uh uh uh

Nel mondo che vorrei
Avremo tutti un cuore.
Il mondo che vorrei
Si chiamerebbe amore.
Stringi forte le mie mani
E sentirai il mondo che vorrei
Uh uh uh il mondo che vorrei

mercoledì 22 luglio 2009

La musica e la sua "importanza comunicativa"...

Rieccomi qua dopo qualche giorno di assenza...siamo ormai alla fine di questa nostra "esperienza comunicativa" ma non potevo fare il punto del mio lavoro, senza prima avere speso qualche parola sulla "musica come comunicazione". Non che non ne abbia già parlato indirettamente, ma visti i continui riferimenti riguardo al tema durante i lavori per vis musicae, e vista la mia grande passione per ciò, non potevo tirare la somme del mio discorso sul mondo che vorrei, senza avere parlato un po' di più di una delle cose che amo particolarmente a questo mondo (LA MUSICA APPUNTO)!
Come ho già detto mi interessa qui soffermarmi in particolare sulla funzione comunicativa del fenomeno musicale, è per fare ciò ho pensato di fare riferimento a "Musica è comunicazione" di Giovannella Greco e Rosario Ponziano, che ho avuto modo di leggere seguendo il corso di Sociologia dei processi comunicativi.
Vi propongo la presentazione che ha pubblicato la professoressa Greco per gli studenti che suguivano il corso, perchè credo potrebbe esservi utile a comprendere meglio l'importanza della musica nel processo comunicativo.



MUSICA E SOCIETA'

La musica accompagna da sempre l’esistenza umana, non esiste al mondo una società senza musica.
Le ragioni della sua pervasività, più che in ciò che la musica è o significa, risiedono in ciò che la musica fa e fa fare (DeNora 2000).

Ciò che la musica fa e fa fare si articola su un duplice registro: quello individuale, relativo all’esperienza vitale della persona (Langer 1953); quello collettivo, relativo alla struttura dinamica della vita sociale (Shepherd 1977).
In entrambi i casi, la sua valenza non può essere disgiunta dal contesto in cui essa si esprime: la musica è profondamente legata ai sentimenti e alle esperienze dell’uomo in quanto essere sociale (Blacking 1973).

La musica si configura come un fatto sociale totale (Mauss 1923-24) in cui possiamo cogliere quei momenti cruciali dell’esperienza umana che, nel loro accadere, coinvolgono la pluralità complessiva dei livelli sociali.
Lo studio sociologico della musica può consentire una lettura in profondita della vita sociale come sistema di relazioni.

Non fosse altro che per queste ragioni, l’analisi della relazione tra musica e società può consentirci di mettere in luce temi di grande interesse sul piano sociale che, finora, hanno ricevuto tuttavia scarsa attenzione da parte della sociologia.


MUSICA E COMUNICAZIONE

Tra le funzioni più importanti che la musica assolve sul piano sociale, quella comunicativa riveste un ruolo cruciale, ma scarsamente esplorato fino ad oggi.
Tale funzione consiste nella capacità – propria della musica – di metterci in sintonia con l’ambiente, con gli altri, con noi stessi.


Prima di qualsiasi altra cosa, la musica ci fa sentire che siamo vivi e che non siamo soli (Greco, Ponziano 2007).
È proprio qui che possiamo rintracciare il suo profondo legame con la comunicazione, sintetizzabile nelle seguenti analogie (Greco 2007):



1. La musica come la comunicazione sottende sempre un dialogo: la vocazione comunicativa della musica consiste nel rivolgersi a qualcuno, nell’essere udita e nel cercare una risposta (Bachtin 1986).

2. Al pari di ogni linguaggio, la musica comunica. Ovviamente, perché la comunicazione abbia buon esito, è necessario che i comunicanti siano sulla stessa “lunghezza d’onda”: se nel linguaggio che utilizza la parola ciò appare quanto mai evidente, a cominciare dal presupposto che ambedue i soggetti della comunicazione parlino la stessa lingua, la musica implica un analogo consenso che si traduce nella percezione di un ordine fra i suoni e in una capacità di ascolto strutturato (Blacking 1973).

3. Tanto nella musica quanto nella comunicazione, il rumore assume tradizionalmente una connotazione negativa: la fisica acustica ne ha parlato come “suono non musicale” per descrivere le vibrazioni aperiodiche prodotte da numerosi strumenti a percussione, mentre la teoria della comunicazione (Shannon, Weaver 1949) lo ha descritto come “disturbo interno a qualunque sistema di comunicazione”. Acquisizioni più recenti ammettono, tuttavia, che il rumore può essere musicale e comunicativo.
4. Musica e comunicazione utilizzano, entrambe, il silenzio la cui funzione è quella di porci in ascolto del mondo e delle persone che lo abitano, comprese noi stesse (Greco, Ponziano 2007): gli elementi costitutivi del linguaggio che utilizza la parola sono parole e silenzi organizzati in frasi, quelli del linguaggio musicale sono suoni e pause organizzati in melodie; in entrambi i casi, il silenzio è utilizzato per avvalorare il senso della comunicazione (verbale o musicale).

5. Comunicazione e musica sono strettamente legate all’ambiente socioculturale che dà loro forma e senso: nel corso della sua storia, che coincide con quella del genere umano, la comunicazione ha assunto (e, presumibilmente, assumerà ancora) forme e strumenti che sono diretta espressione di determinate società; analogamente, nel corso della sua storia, che coincide con quella del genere umano, la musica ha conosciuto (e, presumibilmente, conoscerà ancora) molteplici forme e funzioni che sono diretta espressione di determinate culture (Greco, Ponziano 2007).

GIOVANI E MUSICA

L’esperienza della musica nella vita quotidiana dei giovani, seppure densa di molteplici dimensioni sociologiche, non ha ricevuto quell’attenzione che avrebbe meritato da parte della ricerca sociale e, come altre numerose manifestazioni della vita collettiva, si configura come un fenomeno socialmente ingombrante ma socialmente sommerso (Greco 2007).

Nell’universo giovanile, la musica assolve una funzione cruciale nella relazione tra sé e gli altri, tra il proprio mondo interiore e l’ambiente circostante. Essa rappresenta il luogo privilegiato in cui realizzare tanto il bisogno di appartenenza quanto il desiderio di autorealizzazione (Greco, Ponziano 2007).

Che si tratti di svago e sottofondo o di linguaggio artistico e stile espressivo, la musica per i giovani è, al tempo stesso, fuga nella e dalla realtà, ovvero apertura e riparo dal mondo (Greco 2007).

sabato 18 luglio 2009

A CHE COSTO SI COMUNICA ???

ALLEGO QUESTO VIDEO PER FAR CAPIRE QUANTO IL VALORE DELLA COMUNICAZIONE E' CAMBIATO..PUR DI LANCIARE LA NOTIZIA DELL'ULTIMA ORA SI DIVENTA OSTACOLI PER LA SALUTE E PER I SOCCORSI PUBBLICI!! C'E' DELL'ASSURDO

martedì 14 luglio 2009

Vorrei un mondo più "comunicativo"!

Un fatto personale che mi è successo pochi giorni fa mi ha fatto riflettere sull'importanza della comunicazione e sul fatto che essa non può che essere alla base della nostra vita. Tralasciando il fatto in se, che qui senza dubbio non interessa a nessuno, trattandosi di "banali" incomprensioni tra amiche, mi preme osservare come a volte queste "banali" incomprensioni ci possano far capire che qualcosa nella nostra comunicazione con gli altri non ha funzionato e questo ci ha portato a non essere capiti e a non capire. Forse solo in questi momenti ci rendiamo conto di quanto comunicare e "comunicare bene" possa incidere su ogni singolo istante della nostra esistenza. Questa riflessione ne porta con se un'altra : dal momento che comunicare è una priorità che tutti hanno, è facile riconoscere il valore che la lingua dei segni può assumere nella vita di una persona sordomuta e di chi gli sta intorno.
Anche se non tutti, probabilmente, sono a conoscenza del grande potere comunicativo di questa lingua e gli attribuiscono pari dignità delle altre lingue (dignità che invece gli va ampiamente riconosciuta).
Non sarebbe che una ricchezza se ognuno di noi conoscesse questo modo di esprimersi, perchè amplierebbe i nostri confini comunicativi e culturali, senza contare che sarebbe un notevole passo in avanti verso l'eliminazione di ogni tipo di pregiudizio e di discrimanazione: il nostro mondo sarebbe senza dubbio migliore!


L'ALFABETO DEL SILENZIO

Ascoltami; ascolta i miei pensieri, leggi i miei occhi,
sforzati di capire
Bussa al mio cuore: non vede l’ora di aprirsi a te
Conoscimi, comunica con me
Dimmi di te: io voglio conoscere il tuo mondo
Evita di nasconderti o di evitare il mio sguardo
quando ti parlo o quando segno solo perché non mi
capisci
Fai di tutto per comunicare: io voglio interagire con te
Guarda le mie mani: parlano di me
Hai timore di non capirmi? Io ne ho molto di più di
non riuscire ad esprimere ciò che ho dentro
Impara la mia lingua: vedrai che ne trarrai giovamento
anche tu
Lasciami entrare in relazione con te,
Ma sforzati di guardare il mondo come lo vedo e lo
sento io, come io mi sto sforzando di capire il tuo
Non ti preoccupare: io farò di tutto per capirti
Osserva i miei gesti; essi racchiudono in loro la
profondità del mio pensiero
Prendimi a cuore: I care
Quando parli, muovi le labbra in modo chiaro
altrimenti non riesco a leggerle
Raggiungimi: impara a conoscere il mio modo di
interagire con il mondo
Segna insieme a me: riusciremo finalmente a
comunicare
Trattami come una persona intelligente, quale io
sono: capisco tutto, basta che tu sappia spiegarmelo
Un mondo silenzioso non è un mondo vuoto: ma il
vero handicap lo crea la maggioranza quando non
riesce a capire e a comunicare senza i suoni
Visuo-manuale: è così che viene classificata la mia
lingua
Zittisci tutti coloro che pensano che io nell’aria faccia
solo gesti senza senso!

mercoledì 8 luglio 2009

Viareggio: strage annunciata o fatalità!!

Ancora un'altro caso di dubbia competenza.. ebbene si la strage di Viareggio da giorni ormai fa rima con VERGOGNA e IRRESPONSABILITA'.. Un' incidente che sicuramente poteva essere evitato se soltanto gli addetti incaricati a svolgere e garantire un servizio fossero realmente in grado e ALL'ALTEZZA del compito attribuitogli.. Ma quando si parla di massimizzare gli utili, inevitabilmente a pagarne sempre il prezzo maggiore sono i controlli e la manutenzione. La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l'elevatissimo rischio connesso e a pagarne le conseguenze sono state 18 vittime a cui è stato tolto ogni diritto di REPLICARE..
COME NON PARLARE DI ASSENZA DI RESPONSABILITA' ALLORA??
come sempre chi è al vertice scarica colpe e annessi ai dipendenti, ma stavolta a parlare è proprio un ferroviere che spiega come sono andate le cose veramente..o meglio come POTEVANO ANDARE evitando una STRAGE ANNUNCIATA!!

Lasciamo il posto a PERSONE COMPETENTI!

Questo video è la prova che in Italia chi occupa ruoli importanti non ha la competenza per farlo.
Bisogna dar ascolto a chi dà anni si dedica allo studio e alla ricerca!
Probabilmente la tragedia dell'Aquila si sarebbe evitata!



martedì 7 luglio 2009

Liberi di essere...in ogni caso...

Analizzare la condizione dei sordomuti, e vedere come la lingua dei segni possa rendere la loro vita migliore, parlare di comunicazione e arte senza barriere, mi ha fatto riflettere su un altro tipo di "barriere", quelle concrete, che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni e che troppo spesso i "diversamente abili", in particolare le persone con handicap fisici, devono affrontare, sto parlando delle barriere architettoniche, un problema di cui si è sempre discusso, un problema che si è continuato a denunciare nel tempo, ma per il quale, purtroppo, sembra non si sia fatto abbastanza...e ve lo dimostro subito....



Non pensate che questa sia una limitazione del diritto dell'uomo alla libertà?!

"In certi casi la musica non arriva all'orecchio ma arriva all'anima"

domenica 5 luglio 2009

Arte e comunicazione senza barriere...

LIS e musica (musica visiva)

Non ho frequentato il corso di lingua dei segni come alcuni dei miei colleghi perchè, essendo un corso facoltativo, non è nel mio piano di studi, dunque affronto l'argomento da ignorante in materia e, da ignorante in materia, la prima cosa che mi è venuta in mente a riguardo è se e come sia possibile applicare la lingua dei segni alla musica, che come sappiamo è arte, ma è prima di tutto linguaggio e comunicazione. E' possibile che dei sordomuti riescano a percepire e a fare musica e a viverla come arte e modo di comunicare, attraverso la LIS? Mi sono posta questa domanda e ho cercato di documentarmi. La nozione che è ha attirato subito la mia attenzione è quella di "musica visiva" spiegata da altre due nozioni in qualche modo metaforiche ma che rendono bene l'idea: "Musica per gli occhi" e "Immagini per gli orecchi". Ho trovato questa nozione nel sito WEB MULTIMEDIALE-Parole in movimento di Roberto Ellero che si occupa dei codici linguistico e visivo nell'ambito del web. Nello stesso sito ho trovato un esempio che forse potrebbe spiegare meglio questa nozione e farci capire come la LIS viene applicata in ambito musicale: si tratta del progetto "GOSPEL TRA LE MANI". Lo scorso Novembre del 2008, al Teatro Micheletti di Cossato (Biella), le associazioni "Vedo Voci" e "Biella Gospel Choir" hanno appunto presentato "GOSPEL TRA LE MANI", concerto di mani e di voci.



GOSPEL TRA LE MANI (Associazioni "Vedo Voci" e "Biella Gospel Choir")
Interpretazione LIS delle canzoni e direzione artistica del coro
di Simone Cericola e Roberta Gherardi

"Simone Cericola (docente LIS al progetto di bilinguismo "Lingua Italiana - Lingua dei Segni Italiana" per l'integrazione dei bambini sordi di Cossato) e Roberta Gherardi (interprete LIS) hanno interpretato le canzoni proposte dal Biella Gospel Choir, dall'italiano alla LIS. Non si sono fermati a una semplice traduzione dei testi dei brani, ma hanno arricchito di un senso visivo "estetico e poetico" l'interpretazione musicale, facendo arrivare al pubblico il significato della musica.Hanno posto particolare attenzione a trasmettere con lingua dei segni le metafore, l'aspetto culturale e tutte le sfumature proprie della lingua originaria dei brani: il ritmo e il segnato sono coerenti con l'andamento della melodia. Il concerto ha messo in dialogo mondi che di solito rimangono lontani e separati. Due cori, uno di sordi e uno di udenti, hanno vissuto insieme la preparazione delle stesse musiche, e la danza delle mani degli allievi della scuola bilingue di Cossato si è trovata in contrappunto con le voci del coro Gospel: per gli spettatori un'emozione travolgente."

Alcune parole di Simone Cericola riassumono l'argomento di cui stiamo parlando e ce ne danno il senso: "La lingua dei segni è la comunicazione fra i sordi, ma con la lingua dei segni si può far arte. Si può fare poesia...canzoni."

Per leggere la trascrizione completa dell'intervento di Simone Cericola e Roberta Gherardi alla manifestazione "Cinema senza barriere" cliccate sul link seguente: http://docs.google.com/View?id=dhtkf85z_98dgssb9ch

giovedì 2 luglio 2009

Questo amore-Jacques Prévert


Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
È tuo
È mio
È stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi tu abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.